giovedì 15 settembre 2011

Omaggio al Poeta Fabrizio De Andrè - Un medico



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.

Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.

E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.

E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.

E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell'identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.

E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza.

E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.

"Un medico" è uno dei personaggi che Fabrizio De Andrè, con l'arte poetica che lo distingueva, trasferì dall' "Antologia di Spoon River" di E. Lee Masters, all'album "Non al denaro non all'amore nè al cielo". Un idealista che assiste al crollo dei suoi sogni, in una realtà ben lontana dalla sua immaginazione ed una scelta: l'Elisir Di Lunga Vita, la truffa.
De Andrè pone l'accento sul sogno bambino di diventare medico, vocazione che si realizza per amore. Ma l'amore non basta: si devono fare i conti con "gli altri" e con l'implacabile lotta per la sopravvivenza. Come si possono mantenere una moglie, dei figli, cercando di guarire malati tanto poveri da non poter pagare? E' molto amara l'accusa verso i colleghi, ora si chiama "mobbing", ma è un fenomeno sempre esistito, così come è sempre esistito l'imbroglio, visto in questo caso come crimine necessario.
Non c'è condanna nelle parole del cantautore, nè in quelle del poeta: il medico ha pagato, in una cella, "dottor professor truffatore imbroglione".
Fonte: http://www.poetiesognatori.com

La canzone descrive la vita di una persona dalla fanciullezza all'età adulta.
Parte con le aspettative ed i pensieri assurdi e innocenti di un bambino che poi vengono riflessi nell'età adulta (da bambino volevo guarire i ciliegi quando rossi di frutti li credevo feriti, la salute per me li aveva lasciati coi fiori di neve che avevan perduti).
Ci insegna quanto quello che si fa da grandi sia influenzato dai pensieri e da quello fatto da bambini (un sogno, fu un sogno ma non durò poco, per questo giurai che avrei fatto il dottore. E non per un Dio ma nemmeno per gioco: perchè i ciliegi tornassero in fiore).
Essendo un pensiero fanciullesco era ottimista e infantile (e quando dottore lo fui finalmente non volli tradire il bambino per l'uomo, e vennero in tanti e si chiamavano gente, ciliegi malati in ogni stagione). Ma non era più un bambino e la cattiveria umana li fu sbattuta in faccia con crudeltà (ed i colleghi d'accordo, i colleghi contenti nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare. Mi spedirono il meglio dei loro clienti con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale: ammalato di fame, incapace a pagare).
Chi cerca di far del bene viene trattato male fino a farlo diventare un egoista. Viene disprezzato perché credulone e odiato dai propri cari (e allora capii, fui costretto a capire, che fare il dottore è soltanto un mestiere, che la scienza non puoi regalarla alla gente se non vuoi ammalarti dell'identico male, se non vuoi che il sistema ti pigli per fame. E il sistema sicuro è pigliarti per fame nei tuoi figli, in tua moglie che ormai ti sprezza).
E, nonostante tutto il bene che ha fatto, imbrogliò gli uomini. Magari, proprio una persona che ha salvato e che nessuno curava perché senza soldi o copertura assicurativa, lo mandò in prigione (chiusi in una bottiglia quei fiori di neve, l'etichetta diceva: elisir di giovinezza. E un giudice, un giudice con la faccia da uomo mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione. Inutile al mondo ed alle mie dita, bollato per sempre truffatore imbroglione, dottor professor truffatore imbroglione).
Buona notte da Colpoditacco Salento

Nessun commento:

Posta un commento