giovedì 16 aprile 2020

MIK A MASSIMO : "Bottura, lo sa cosa dicono di lei, vero?" MASSIMO A MIK «Certo. Dicono che sono pazzo». E lei cosa risponde? «Che saper maneggiare l’irrazionalità è la più grande dote di noi italiani».

Bottura: «Io, salvato da mio figlio».
«A volte non riconosco più il mio Paese. Persone che si azzuffano per un parcheggio. Risse al bar per il cappuccino. Una tensione pronta a esplodere in ogni momento. Giovani che non hanno fiducia in se stessi e nel futuro», dice lo chef Massimo Bottura. «Poi incontro gli allevatori, i contadini, i pescatori: gli eroi del nostro tempo. Mi rendo conto di essere seduto su secoli di tradizione, su un territorio unico al mondo; e posso fare come Ai Wei-Wei, che manda in pezzi un vaso di duemila anni, per poi ricostruirlo. Mi considerano un avanguardista; in realtà faccio la cucina più tradizionale che ci sia». Qualche dato oggettivo: quest’anno Massimo Bottura è stato designato il più grande cuoco del mondo. La rivista del New York Times, sotto il titolo «The Greats», annuncia le interviste a Michelle Obama, Lady Gaga, e a lui. In copertina c’è lui. Gli inizi «Mio padre commerciava petrolio. Una vita d’inferno. Ore a discutere per guadagnare una lira su un carico di cherosene. Sono l’ultimo di cinque figli: ingegneri, commercialisti. Io dovevo fare l’avvocato. Con papà fu una rottura insanabile. Mia madre capì che dovevo seguire le mie passioni: la musica, l’arte. La cucina. La prima trattoria l’ho comprata da un ex elettrauto, in campagna; mamma veniva a preparare le tagliatelle e le torte. Poi mi sono preso una pausa e sono andato a New York». «Un giorno entro a Soho al “Caffè di nonna”, un locale aperto da un italoamericano, Roy Costantini, un ex parrucchiere. Vedo che manca personale e mi offro: “Si comincia domani” è la risposta. Il giorno dopo, l’8 aprile 1993, al bancone trovo un’altra neoassunta, un’attrice dai capelli rossi che deve arrotondare i magri introiti del teatro: Lara. Ora è mia moglie. Abbiamo due figli, Alexa, che studia a Washington, e Charlie, che mi ha salvato». «È Charlie che mi aiuta a stare con i piedi per terra. Nostro figlio ha una sindrome genetica rarissima. Non sappiamo cosa sia. Disformismi, difficoltà di apprendimento. Passo dopo passo sta crescendo, sta imparando tante cose. Anche a fare i tortellini a mano, in un’associazione di Modena che si chiama appunto il Tortellante, dove le nonne insegnano ai ragazzini. Per anni ho sognato che al telefono mi dicesse: “Ciao papà, come stai?”. Ha fatto molto di più. Quando mi hanno proclamato il migliore al mondo, al telefono mi ha detto: “Papà, sarai anche il numero uno, ma per me sei sempre un gran babi”, il mio fessacchiotto. È Charlie che mi insegna ogni giorno i veri valori della vita». La politica e l’Expo «Il referendum è una questione culturale prima che politica. Se vince il No, mi viene voglia di mollare tutto e andare all’estero: ringrazio il mio Paese che mi ha dato moltissimo, chiudo e riapro a New York. Il punto non è Renzi, o Grillo. È la logica per cui “in Italia non si può fare”. Se passa questa logica, è finita. Purtroppo molti giovani si arrendono prima di combattere. Abbiamo detto no alle Olimpiadi, rinunciando a due miliardi di dollari del Cio. Se è per questo, volevamo dire no pure all’Expo». «Io all’Expo sono andato, a recuperare gli scarti e cucinarli. Un’esperienza bellissima. Ho voluto ripeterla a Rio, durante i Giochi. Sono venuti sia Alexa sia Charlie, che la sera girava a offrire hamburger ai bambini di strada. Abbiamo aperto un gigantesco ristorante per i poveri di Lapa, un quartiere dove i ragazzi girano con la pistola alla cintola. Volevamo fare cultura, non carità. Non regalare gli avanzi, ma insegnare ai giovani volontari brasiliani a recuperarli. Ho dovuto trovare la forza di violentarmi e mettermi a loro disposizione, non il contrario. Il giorno dell’inaugurazione non avevamo né acqua né luce né gas. Sono scappato e sono andato a farmi un tatuaggio sulla spalla destra. Eccolo qui: “No more excuses”; basta scuse. Al mio ritorno abbiamo trovato l’acqua tastando il muro con lo stetoscopio, è arrivato un camion con il generatore di corrente, abbiamo acceso i fornelli con le bombole a gas». Il metodo «Dovevo fare una carbonara per duemila persone, ma avevo bacon per due porzioni. L’ho tagliato a fettine sottilissime e le ho stese sulla teglia. Poi ho preso delle bucce di banana. Le ho sbollentate, grigliate, tostate in forno. Alla fine erano affumicate, croccanti. Le ho fatte a cubetti, ricoperte di un altro strato di bacon e rimesse in forno: il bacon si è sciolto; le bucce di banana parevano guanciale». Diranno che lei rifila ai poveri le bucce. «Applico la stessa idea qui nel mio ristorante: uno strato sottilissimo di porcini, e poi tuberi, radici, zucca, castagne: il ceviche d’autunno. E le lenticchie possono avere lo stesso sapore del caviale, anzi migliore, se cotte nel brodo d’anguilla». Il metodo Bottura è sintetizzato dall’opera di Joseph Beuys all’ingresso del ristorante: un limone, una spina, una lampadina. «Natura, tecnologia, poesia. La materia prima, la tecnica, la creatività. Come diceva Beuys: la rivoluzione siamo noi. Musica, arte, letteratura, filtrate da un cervello contemporaneo. I quadri possono diventare piatti, anche le combustioni di Burri, che traduco in cucina bruciando l’acqua di mare disidratata». La ricetta che la rappresenta meglio? «Forse le cinque consistenze di parmigiano. Un paesaggio masticabile. All’inizio le consistenze erano solo tre. Le ho inventate per Umberto Panini, il re delle figurine che aveva aperto una fattoria biologica, ora in mano ai figli. Mi disse: “Il piatto è ottimo, ma stai pensando a te stesso, non al parmigiano”. Così l’ho rifatto. Aveva ragione: la tecnica deve essere al servizio della materia prima, non del cuoco. Ora le consistenze sono cinque. Il parmigiano di 24 mesi diventa un demi-soufflé, quello di 30 una spuma, quello di 36 una salsa, quello di 40 una galletta croccante, quello di 50 una nebbia. È un piatto che restituisce il lento scorrere del tempo in Emilia. Come l’aceto balsamico, che abbiamo messo da parte nel 1981, e ora ha vinto la medaglia d’oro». I cuochi in tv «Il dolce che preferisco si chiama “Ops! Mi è caduta la crostata al limone”. Una crostata rotta è diventata un’icona della cucina internazionale. La ricostruzione perfetta dell’imperfezione. Come il nostro Sud: che è l’imperfezione assoluta, eppure è il posto più bello del mondo; perché un posto bello come la Valle dei Templi o come Capri non esiste in nessun altro Paese. Anche se tendiamo a dimenticarcelo». MasterChef? Hell’s Kitchen? «Non mi piacciono i talent. La cucina è un atto d’amore, è un lavoro intellettuale; non è una gara. In tv non vado volentieri. Troppo superficiale. Al limite la tv viene da me. Così Cracco ha portato i suoi concorrenti all’Ambrosiana di Milano, dove abbiamo un altro progetto sociale. Sono molto amico di Carlo». Anche se ha fatto la pubblicità alle patatine nei pacchetti? «Ha capito di aver sbagliato. Del resto, così ha salvato il ristorante. Non è facile per noi far quadrare i conti. Qui alla Francescana ho 45 dipendenti per 28 coperti. Ma non è un’azienda. È un laboratorio di idee, che genera conoscenza, quindi coscienza, quindi senso di responsabilità». MIK A MASSIMO : "Bottura, lo sa cosa dicono di lei, vero?" MASSIMO A MIK «Certo. Dicono che sono pazzo». E lei cosa risponde? «Che saper maneggiare l’irrazionalità è la più grande dote di noi italiani».

mercoledì 15 aprile 2020

..Perchè oscillano le recinzioni..Di BILL GATES E MELINDA 27 minuti di lettura 10 febbraio 2020

LA NOSTRA LETTERA ANNUALE DI BILL E MELINDA GATES DEL 2020 Perché oscilliamo per le recinzioni Venti anni dopo aver iniziato la nostra fondazione, siamo altrettanto ottimisti riguardo al potere dell'innovazione per guidare il progresso.
Riflettendo sui primi due decenni della nostra fondazione Quando abbiamo iniziato la nostra fondazione 20 anni fa, il mondo era, in molti modi, molto diverso da quello in cui viviamo ora. Era prima dell'11 settembre, prima della Grande recessione e prima dell'ascesa dei social media. Allora, come ora, non mancavano le cause meritevoli e c'era una buona argomentazione da fare per investire in molte di esse. Sapevamo da tempo che volevamo regalare la maggior parte della nostra ricchezza da Microsoft e usarla per migliorare la vita delle persone. La sfida, ovviamente, era come farlo in modo significativo e di grande impatto. Mentre pensavamo a quali sarebbero state le nostre priorità filantropiche, abbiamo trascorso molto tempo a incontrarci con esperti e ad analizzare le relazioni. Ciò che abbiamo imparato ci ha convinto che il mondo dovrebbe fare di più per rispondere ai bisogni delle persone più povere. Al centro del lavoro della nostra fondazione c'è l'idea che ogni persona meriti la possibilità di vivere una vita sana e produttiva. Venti anni dopo, nonostante quante cose siano cambiate, questo è ancora il nostro principio guida più importante. "Al centro del lavoro della nostra fondazione c'è l'idea che ogni persona meriti la possibilità di vivere una vita sana e produttiva". Immagine Non c'è dubbio che questo nuovo decennio sta iniziando in un momento di tremende agitazioni e incertezza in tutto il mondo. Ma anche in un momento difficile come questo - in effetti, specialmente in un momento come questo - rimaniamo impegnati a sostenere sostenitori, ricercatori, funzionari governativi e lavoratori in prima linea che stanno rendendo possibile una vita sana e produttiva per più persone in più posti. Negli ultimi 20 anni, la nostra fondazione si è concentrata sul miglioramento della salute in tutto il mondo e sul rafforzamento del sistema di istruzione pubblica negli Stati Uniti perché riteniamo che la salute e l'istruzione siano fondamentali per un mondo più sano, migliore e più equo. La malattia è sia un sintomo che una causa di disuguaglianza, mentre l'educazione pubblica è un motore di uguaglianza. Sappiamo che la filantropia non può mai - e non dovrebbe mai - prendere il posto dei governi o del settore privato. Riteniamo tuttavia che abbia un ruolo unico da svolgere nel guidare i progressi. Nella migliore delle ipotesi, la filantropia corre rischi che i governi non possono e le società non vogliono. I governi devono concentrare la maggior parte delle loro risorse sul ridimensionamento di soluzioni comprovate. Le imprese hanno responsabilità fiduciarie nei confronti dei propri azionisti. Ma basi come la nostra hanno la libertà di testare idee che altrimenti non potrebbero essere provate, alcune delle quali potrebbero portare a scoperte. Immagine Come sempre, Warren Buffett - un caro amico e fonte di lunga data di ottimi consigli - lo ha reso un po 'più colorato. Quando ha donato la maggior parte della sua fortuna alla nostra fondazione e si è unito a noi come partner nel suo lavoro, ci ha esortato a " oscillare per le recinzioni ". Questa è una frase che molti americani riconosceranno dal baseball. Quando oscilli per le recinzioni, stai mettendo ogni grammo di forza nel colpire la palla il più lontano possibile. Sai che alla tua mazza potrebbe mancare del tutto la palla, ma che se riesci a stabilire un contatto, le ricompense possono essere enormi. È così che pensiamo anche alla nostra filantropia. L'obiettivo non è solo un progresso incrementale. È mettere tutta la forza dei nostri sforzi e risorse dietro le grandi scommesse che, in caso di successo, salveranno e miglioreranno la vita. Per essere chiari, i rischi che assumiamo sono diversi da quelli che i veri eroi del progresso globale prendono sempre: gli operatori sanitari che sfidano le zone di guerra per ottenere vaccini per i bambini che ne hanno bisogno, gli insegnanti che si iscrivono per lavorare di più scuole stimolanti, le donne nei luoghi più poveri del mondo che si oppongono alle norme e alle tradizioni culturali progettate per tenerle basse. Ciò che fanno richiede sacrifici personali che non dobbiamo mai fare e cerchiamo di onorarli sostenendo innovazioni che un giorno potrebbero rendere la loro vita più facile. Complessivamente, la nostra fondazione ha speso $ 53,8 miliardi negli ultimi 20 anni. Nel complesso, siamo entusiasti di ciò che è stato realizzato. Ma ogni dollaro che abbiamo speso ha avuto l'effetto che speravamo? No. Abbiamo avuto la nostra parte di delusioni, battute d'arresto e sorprese. Pensiamo che sia importante essere trasparenti sui nostri fallimenti e sui nostri successi, ed è importante condividere ciò che abbiamo imparato. Nella lettera di quest'anno, scriviamo del lavoro che abbiamo svolto in materia di salute e istruzione e del perché pensiamo che i rischi che abbiamo preso ci abbiano spinti a compiere progressi futuri. Scriviamo anche di due questioni che sono emerse come priorità per noi - la crisi climatica e l'uguaglianza di genere - e il modo in cui verranno presi in considerazione nei prossimi 20 anni. Alcuni dei primissimi investimenti che abbiamo fatto come filantropi miravano a correggere le disuguaglianze nella salute globale. Quindi inizieremo anche questa lettera lì. Salute globale Melinda: Quando abbiamo iniziato a lavorare sulla salute globale, siamo rimasti scioccati nell'apprendere quanti bambini nei paesi a basso reddito stavano ancora morendo per malattie che avrebbero potuto essere prevenute con vaccini ampiamente disponibili in paesi come gli Stati Uniti. che le sfide della povertà e delle malattie sono sempre connesse. Dato che questo non era qualcosa che mercati e governi stavano risolvendo da soli, abbiamo visto un'opportunità per i dollari filantropici di aiutare. Abbiamo collaborato con l'Organizzazione mondiale della sanità, la Banca mondiale e l'UNICEF per creare Gavi, la Vaccine Alliance . Gavi riunisce governi e altre organizzazioni per raccogliere fondi per acquistare vaccini e sostenere i paesi a basso reddito mentre li consegnano ai bambini.
Bill: Dopo la seconda guerra mondiale, il mondo si unì per creare una serie di organizzazioni internazionali volte ad aumentare la cooperazione economica e militare tra le nazioni, tra cui le Nazioni Unite, l'OMS e la NATO. Gavi è stata un'occasione per promuovere una cooperazione simile per ottenere vaccini per i bambini. Non eravamo del tutto sicuri di cosa aspettarci. Grazie a Microsoft, conoscevo i rischi legati all'avvio di una nuova organizzazione. Tuttavia, i rischi che stavamo correndo con Gavi erano diversi. Invece di cercare di introdurre un nuovo prodotto e attirare i clienti, stavamo cercando di dimostrare al mondo che una partnership internazionale per i vaccini non era solo possibile ma necessaria. Se fallissimo, potremmo scoraggiare i governi e altri finanziatori dall'investire in sforzi futuri. C'erano così tante domande. Potremmo davvero raccogliere abbastanza denaro per convincere i produttori a fornire vaccini che i paesi in via di sviluppo potrebbero permettersi? E anche se lo facessimo, potremmo convincere i paesi ad assumersi il difficile compito di ottenere vaccini nuovi e sottoutilizzati per i bambini? Le risposte ad entrambe le domande si sono rivelate un clamoroso sì . Entro il 2019, Gavi aveva contribuito a vaccinare oltre 760 milioni di bambini e prevenire 13 milioni di morti. È anche riuscito a immettere più vaccini e forniture sul mercato riducendo i prezzi. Ad esempio, una singola dose del vaccino pentavalente, che protegge da cinque infezioni mortali, costava $ 3,65. Ora costa meno di un dollaro. Melinda: oggi l'86 percento dei bambini di tutto il mondo riceve vaccinazioni di base. Questo è più che mai. Ma raggiungere l'ultimo 14 percento sarà molto più difficile che raggiungere il primo 86 percento. I bambini di questo gruppo sono tra i bambini più emarginati al mondo. Alcuni di loro vivono in stati fragili in cui i conflitti impediscono al sistema sanitario di funzionare bene per chiunque. Altri vivono in remote aree rurali. Frustrantemente, alcuni vivono a poche centinaia di metri da una struttura sanitaria ma sono invisibili al sistema sanitario. (Immagine, ad esempio, del figlio di recenti migranti che vivono in aree sovraffollate e impoverite di Nairobi o Rio de Janeiro.) Gavi è ora sempre più concentrato nel lavorare con i paesi per adottare un approccio più mirato ai distretti in cui sono concentrati i bambini non vaccinati. "Pensiamo che andare alla grande su Gavi sia stata una delle migliori decisioni che abbiamo mai preso — e siamo entusiasti del rendimento che abbiamo visto sul nostro investimento." Mentre Gavi raccoglie fondi per i suoi prossimi cinque anni di lavoro, vogliamo incoraggiare un numero maggiore di donatori a impegnarsi per estendere questa incredibile storia di successo a tutti i bambini. Più finanziamenti consentiranno a Gavi di salvare più vite. Pensiamo che andare alla grande su Gavi sia stata una delle migliori decisioni che abbiamo mai preso — e siamo entusiasti del rendimento che abbiamo visto sul nostro investimento. Bill: Il nostro lavoro sui vaccini ha parallelismi con un'altra area in cui siamo stati fortemente coinvolti sin dall'inizio: HIV e AIDS. Quando la nostra fondazione ha aperto le sue porte, il tasso di mortalità per AIDS nel mondo ricco aveva finalmente iniziato a diminuire, grazie a nuovi trattamenti. Ma come per i vaccini, gli strumenti che stavano salvando la vita nei paesi ad alto reddito non erano disponibili nei paesi a basso reddito. Il numero di nuove infezioni nell'Africa sub-sahariana era alle stelle. Ricordo di aver letto un orribile articolo di Newsweek su come il virus avrebbe trasformato un'intera generazione di bambini in orfani. Copertina di Newsweek , 17 gennaio 2000 In risposta alla crescente epidemia, nonché alla necessità di affrontare altri due grandi assassini, nel 2002 abbiamo contribuito a sostenere la creazione di una nuova organizzazione chiamata Global Fund for Fight AIDS, Tuberculosis e Malaria . Aveva un obiettivo simile a quello di Gavi: fornire medicinali, tecnologie e programmi che salvassero vite in paesi a basso reddito. Era anche rischioso per le stesse ragioni. Immagine Ma proprio come Gavi, il Fondo globale ha dimostrato di avere un enorme successo. Solo nel 2018, quasi 19 milioni di persone hanno ricevuto trattamenti salvavita per l'HIV nei paesi in cui l'organizzazione investe. Immagine Una volta istituito il Fondo globale, sapevamo che il mondo aveva una pipeline per portare nuove innovazioni nei luoghi che ne avevano maggiormente bisogno. Pertanto, oltre a sostenere il Fondo globale, la nostra fondazione ha investito nello sviluppo di nuovi strumenti. All'inizio, abbiamo messo molte risorse nei preventivi per l'HIV che dovevano essere prese ogni giorno. Per molte ragioni, quelle non sono andate come speravamo.
Ad esempio, eravamo ottimisti sul fatto che i gel vaginali potessero aiutare a prevenire l'infezione, ma non erano efficaci nel bloccare la trasmissione della malattia. E mentre ora esiste una pillola preventiva quotidiana che è efficace al 99% nella protezione contro la malattia se presa in modo coerente, non ha fatto una vera ammaccatura nell'epidemia nei paesi a basso e medio reddito. I programmi sanitari locali hanno faticato a fornire una pillola quotidiana in modo attraente e adatto alla vita delle persone. Oggi ci concentriamo su preventivi più duraturi. Immagina se, invece di dover prendere una pillola ogni giorno, una persona potesse ricevere un'iniezione ogni due mesi, un impianto nel suo braccio o persino un vaccino per rimuovere completamente il rischio di contrarre il virus. La nostra fondazione si concentra anche su opzioni di trattamento più durature. Grazie ai grandi progressi, una persona sieropositiva che riceve un trattamento ha ora la stessa durata prevista di una persona senza HIV. Ma, proprio come con i preventivi di oggi, il farmaco deve essere assunto ogni giorno. Siamo alla ricerca di nuovi trattamenti che possono essere presi meno frequentemente, anche a distanza di un anno. Anche se perfezioniamo opzioni di lunga durata, ci sono ancora una serie di sfide da affrontare prima di invertire veramente il corso dell'epidemia. Durante una visita alla Gugulethu Community Health Clinic l'anno scorso, lo staff ci ha parlato dei pazienti affetti da HIV e tubercolosi che vedono a Città del Capo, in Sudafrica. Melinda: Nel 2003, abbiamo visitato una clinica per l'HIV in Botswana che, all'epoca, era una delle più grandi cliniche per l'HIV nel continente. Ricorderemo sempre quel viaggio come una lezione che fa riflettere sui driver sociali e strutturali della malattia. Abbiamo trascorso del tempo con un medico olandese che ci ha parlato di una donna del Botswanan locale che lui e sua moglie avevano impiegato nella loro casa. Un giorno, la donna disse loro che sarebbe andata nel suo villaggio per una visita, e non tornò mai più. Quando la coppia interessata è andata a cercarla, sono rimasti scioccati nell'apprendere che era morta di AIDS. Non era il fatto che avesse l' AIDS che li scioccasse. Era il fatto che fosse morta senza cercare cure, anche se aveva un legame personale con la clinica e avrebbe avuto accesso alle migliori cure disponibili. Ma è così devastante lo stigma che circonda l'AIDS. Potrebbe letteralmente essere mortale. Quella storia è rimasta con noi. E complicando la nostra comprensione dell'epidemia, ha chiarito il nostro invito all'azione. La realtà è che nella lotta contro l'HIV, gli interventi biomedici da soli non saranno mai sufficienti. La nostra risposta deve anche riflettere ciò che conta per le persone, ciò che impedisce loro di cercare servizi di prevenzione e trattamento e perché gli strumenti che si dimostrano efficaci negli studi clinici non fanno sempre la differenza nel contesto della loro vita quotidiana. Sappiamo, ad esempio, che in tutta l'Africa meridionale e orientale le ragazze adolescenti e le giovani donne rappresentano un numero sproporzionato di nuove infezioni da HIV. Povertà, violenza e norme di genere svolgono un ruolo nel perché. Ma per quanto ne sappiamo di queste ragazze, ce ne sono molte che non sappiamo. Sappiamo come le loro vite guardano attraverso i nostri occhi. Non abbiamo molti dati su come appare il mondo attraverso il loro. E ciò ostacola la nostra capacità di sviluppare soluzioni efficaci per loro - biomediche e non. Fortunatamente, la ricerca sta iniziando a raggiungere questa realtà. Quando ero a Johannesburg lo scorso ottobre, ho trascorso del tempo con un partner della fondazione che sta lavorando per colmare questa lacuna di dati e coinvolgere ragazze adolescenti e giovani donne nella progettazione congiunta di servizi di trattamento e prevenzione che soddisfino meglio le loro esigenze. La nostra fondazione ha anche collaborato con un programma sostenuto dal governo degli Stati Uniti chiamato DREAMS , acronimo di Determined Resilient Empowered Free-Free Mentored and Safe. Come suggerisce il nome, il programma adotta un ampio approccio alla prevenzione dell'HIV. Si rivolge, ad esempio, all'alfabetizzazione finanziaria, all'imprenditorialità e alla fine della violenza di genere, il che può aiutare donne e ragazze a vivere una vita sana, prospera e libera dall'HIV. Negli ultimi 20 anni, la scienza ha fatto incredibili progressi contro l'HIV. Fondamentalmente, anche la comprensione del mondo su come distribuire quella scienza sta andando avanti. Bill: la salute globale sarà sempre al centro delle nostre fondamenta. Questo lavoro diventerà più importante in futuro, poiché i cambiamenti climatici rendono più persone suscettibili alle malattie. (Avrò qualcosa in più da dire al riguardo più avanti nella lettera.) Insieme ai nostri investimenti in vaccini e HIV, continueremo a sostenere i progressi su altre malattie, come la malaria, la tubercolosi e la poliomielite (attraverso la nostra partnership con la Global Polio Eradication Initiative ). Finanzeremo nuovi progressi nella pianificazione familiare e nella salute materna e neonatale e esploreremo nuovi modi per prevenire il flagello della malnutrizione. “Man mano che le persone diventano più sane, la loro vita migliora in altri modi. E il mondo diventa migliore e più uguale di conseguenza. " Questo perché i miglioramenti nella salute sono fondamentali per sollevare le persone dalla povertà. Man mano che le persone diventano più sane, la loro vita migliora in altri modi. E il mondo diventa migliore e più uguale di conseguenza. Formazione scolastica Immagine Melinda: Bill e io abbiamo sempre saputo che il lavoro americano della nostra fondazione si sarebbe concentrato principalmente sul K-12 e sull'istruzione post-secondaria. Il successo in America è un'equazione complessa con troppe variabili da contare - razza, genere, codice postale, livelli di reddito dei tuoi genitori - ma l'istruzione è una parte incredibilmente importante di tale equazione. Entrambi abbiamo avuto la possibilità di frequentare scuole eccellenti e sappiamo quante porte si sono aperte per noi. Sappiamo anche che milioni di americani, in particolare studenti a basso reddito e studenti di colore, non hanno la stessa opportunità. Gli esperti, ovviamente, hanno un vocabolario molto più rigoroso per descrivere questa situazione. Nel 2001 ho incontrato un educatore di nome Deborah Meier che ha avuto un grande impatto su di me. Il suo libro Il potere delle loro idee mi ha aiutato a capire perché le scuole pubbliche non sono solo un importante equalizzatore ma il motore di una democrazia fiorente. Una democrazia richiede pari partecipazione da parte di tutti, scrive. Ciò significa che quando le nostre scuole pubbliche non riescono a preparare gli studenti a partecipare pienamente alla vita pubblica, falliscono anche nel nostro paese. Ci penso molto. Mi aiuta davvero a portare a casa la posta in gioco di questo lavoro per me. Se ci avessi chiesto 20 anni fa, avremmo indovinato che la salute globale sarebbe il lavoro più rischioso della nostra fondazione, e il nostro lavoro di istruzione negli Stati Uniti sarebbe la nostra scommessa più sicura. In effetti, si è rivelato esattamente il contrario. Nella salute globale, ci sono molte prove che il mondo è sulla buona strada, come ad esempio il drammatico declino delle morti infantili. Per quanto riguarda l'istruzione americana, tuttavia, non stiamo ancora vedendo il tipo di impatto che ci aspettavamo. Lo status quo sta ancora fallendo gli studenti americani. Considera questo: l'aula americana media della scuola primaria ha 21 studenti. Attualmente, 18 di questi 21 completano il liceo con un diploma o una credenziale equivalente (che è un miglioramento significativo dal 2000), ma solo 13 iniziano qualsiasi tipo di programma post-secondario entro un anno dalla laurea. Solo sette guadagneranno una laurea da un programma quadriennale entro sei anni. Peggiora quando si disaggrega per razza. Se ogni studente nella nostra classe è Latinx, solo sei finiranno il loro programma di laurea quadriennale entro sei anni. Per una classe di studenti neri, il numero è solo quattro. Tuttavia, il fatto che i progressi siano stati più difficili da raggiungere di quanto sperassimo non è motivo di rinunciare. Proprio il contrario. Crediamo che il rischio di non fare tutto il possibile per aiutare gli studenti a raggiungere il loro pieno potenziale sia molto, molto più grande. "Il fatto che i progressi siano stati più difficili da raggiungere di quanto sperassimo non è motivo di arrendersi, però. Proprio il contrario. " Comprendiamo certamente perché molte persone sono scettiche sull'idea che i filantropi miliardari progettino innovazioni in classe o stabiliscano politiche educative. Francamente, lo siamo anche noi. Bill ed io siamo sempre stati chiari sul fatto che il nostro ruolo non è quello di generare idee noi stessi; è sostenere l'innovazione guidata da persone che hanno trascorso la propria carriera lavorando nell'istruzione: insegnanti, amministratori, ricercatori e leader della comunità. Ma una cosa che rende difficile il miglioramento dell'istruzione è che anche tra le persone che lavorano sulla questione, non c'è molto accordo su ciò che funziona e cosa no. Nella salute globale, sappiamo che se i bambini ricevono il vaccino contro il morbillo, saranno protetti contro la malattia, il che significa che hanno maggiori probabilità di sopravvivere. Ma non c'è consenso su causa ed effetto nell'istruzione. Le scuole charter sono buone o cattive? La giornata scolastica dovrebbe essere più breve o più lunga? Questo programma di lezioni per le frazioni è migliore di quello? Gli educatori non sono stati in grado di rispondere a queste domande con sufficiente certezza per stabilire le migliori pratiche chiare. È anche difficile isolare ogni singolo intervento e dire che ha fatto la differenza. Ottenere un bambino al liceo richiede almeno 13 anni di istruzione abilitati da centinaia di insegnanti, amministratori e politici locali, statali e nazionali. Il processo è così cumulativo che la modifica del risultato finale richiede l'intervento in molte fasi diverse. Anche così, abbiamo già visto alcuni segni di progresso. Tra le altre cose, abbiamo contribuito a sostenere alcuni miglioramenti nel curriculum, siamo diventati più intelligenti nel prevenire l'abbandono scolastico dei bambini e abbiamo approfondito la nostra comprensione di ciò che rende grande un grande insegnante e che può migliorare un buon insegnante. (Bill spiega ancora più motivi per essere ottimisti di seguito.)
Siamo inoltre orgogliosi del nostro programma Gates Millennium Scholars , che ha fornito borse di studio universitarie complete a 20.000 studenti di colore. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare alcuni di questi studiosi ed è sempre un'esperienza molto commovente. Uno, Kaira Kelly, mi ha detto che "non aveva mai davvero sognato di andare al college" prima di diventare un Gates Millennium Scholar. Quando l'ho incontrata, stava ottenendo un master in educazione e traboccava di piani su come pagare l'investimento fatto in lei. Sebbene queste borse di studio abbiano fatto un'enorme differenza nella vita di quei 20.000 studenti, la realtà è che decine di milioni di altri studenti hanno attraversato scuole pubbliche statunitensi durante i 16 anni in cui abbiamo concesso borse di studio. Ciò significa che ne abbiamo raggiunto solo una piccola percentuale. Il nostro obiettivo è contribuire a fare un'enorme differenza per tutti gli studenti statunitensi, quindi abbiamo spostato gran parte del nostro lavoro dalle borse di studio alle aree che possono avere un impatto maggiore per più studenti. È incredibile vedere una giovane donna come Kaira, o i tre Gates Millennium Scholars illustrati di seguito, sfruttare il loro potenziale. E rafforza il nostro impegno a sostenere un sistema scolastico pubblico che garantirà a ogni studente le stesse opportunità che ha avuto.
KRISTINA ELLIS “Mia madre, immigrata dal Venezuela, è diventata una madre single dopo che mio padre è morto di cancro. Mentre mia madre mi ha fornito un'abbondanza di ambizione e una forte etica del lavoro, la nostra famiglia non aveva i soldi per pagare per il college. La generosità della famiglia Gates mi ha ispirato a pagare in avanti creando un business che ha guidato oltre 100.000 studenti (e contando!) Attraverso il processo di domanda e borsa di studio del college in modo che anche loro possano laurearsi senza debiti. "
DR. BRENDA CALDERON “Essere un Gates Millennium Scholar è stata davvero un'esperienza che mi ha cambiato la vita. Sono passato dalla prima persona nella mia famiglia con un diploma di scuola superiore alla prima nella mia famiglia con un dottorato di ricerca e l'effetto a catena che ha avuto sul resto della mia famiglia e della mia comunità è stato incommensurabile. Oggi lavoro presso il Dipartimento della Pubblica Istruzione degli Stati Uniti, dove supervisiono un programma di sovvenzioni da $ 700 milioni per gli stati per migliorare i servizi di accesso alle lingue agli studenti. "
DR. MARVIN CARR “Non avrei mai immaginato di ottenere un dottorato in ingegneria fino a quando la borsa di studio Gates Millennium non mi ha dimostrato che potevo. Non avrei mai immaginato di lavorare alla Casa Bianca - prima come stagista non retribuito e poi come impiegato - se non fosse stato per GMS coprire i miei costi associati a vitto e alloggio. Mentre il GMS non mi ha reso quello che sono, ha sbloccato nella mia testa un'immagine di chi potevo essere e mi ha fornito le risorse che mi hanno permesso di fare il lavoro per diventare quella persona. Per questo, sono per sempre grato. " Bill: Quindi come possiamo equipaggiare esattamente gli studenti con gli strumenti di cui hanno bisogno per imparare e prosperare? Abbiamo scoperto all'inizio del nostro lavoro che gli studenti hanno bisogno di standard chiari e coerenti per padroneggiare ciò che stanno imparando di anno in anno. Scommettiamo in grande su una serie di standard chiamati Common Core. Quasi ogni stato li ha adottati entro due anni dalla loro liberazione. Ma divenne presto chiaro che l'adozione da sola non era abbastanza, qualcosa che avremmo dovuto prevedere. Pensavamo che se gli Stati avessero elevato gli standard, il mercato avrebbe risposto e sviluppato nuovi materiali didattici in linea con tali standard. Ciò non è accaduto, quindi abbiamo cercato modi per incoraggiare il mercato. Dopo che gli insegnanti ci hanno detto di non avere modo di sapere se un libro di testo soddisfacesse i nuovi standard, la nostra fondazione ha sostenuto un'organizzazione no profit chiamata EdReports , che si comporta come un rapporto dei consumatori per i materiali didattici. Ora, qualsiasi insegnante può cercare un libro di testo per vedere se è di alta qualità e in linea con gli standard. Le scuole hanno iniziato ad acquistare più dei materiali che servono meglio ai loro studenti sulla base di queste recensioni e, a loro volta, i produttori hanno iniziato a creare opzioni migliori e migliori per i libri di testo. Oltre ai libri di testo, sapevamo che dovevamo trovare altri modi per supportare meglio insegnanti e studenti. Ad esempio, molti insegnanti non avevano accesso alle risorse di cui avevano bisogno per soddisfare le nuove aspettative. Quindi, abbiamo cercato modi per fornire più formazione e aiutarli ad adeguare la loro pratica. Ma se c'è una lezione che abbiamo imparato sull'istruzione dopo 20 anni, è che le soluzioni di ridimensionamento sono difficili. Gran parte dei nostri primi lavori nel campo dell'istruzione sembravano raggiungere un limite. Una volta espansi i progetti per raggiungere centinaia di migliaia di studenti, abbiamo smesso di vedere i risultati sperati. Ci è diventato chiaro che il ridimensionamento dell'istruzione non significa ottenere la stessa soluzione per tutti. Il nostro lavoro doveva essere adattato alle esigenze specifiche di insegnanti e studenti nei luoghi che stavamo cercando di raggiungere. "Il nostro lavoro doveva essere adattato alle esigenze specifiche di insegnanti e studenti nei luoghi che stavamo cercando di raggiungere." Abbiamo spostato il nostro obiettivo principale in K-12 verso soluzioni guidate localmente identificate da reti di scuole. La nostra speranza è che queste reti per il miglioramento scolastico aumentino il numero di studenti neri, latini e a basso reddito che si diplomano al liceo e perseguono opportunità post-secondarie. Finora abbiamo assegnato $ 240 milioni su 30 reti. Molti, ma non tutti, sono raggruppati per regione. Ogni rete comprende da 8 a 20 scuole ed è focalizzata su un obiettivo di sua scelta, ad esempio aiutare le matricole che non sono "sulla buona strada" per laurearsi a mettersi sulla strada giusta. Il primo anno di scuola superiore è un momento critico. Una matricola che fallisce non più di un corso ha quattro volte più probabilità di laurearsi rispetto a uno che fallisce due o più. Essere "in pista" in questo modo è più predittivo se lo studente si diplomerà rispetto ai punteggi di razza, ricchezza o persino test. Nel 2018 ho visitato la North-Grand High School di Chicago. La scuola serve studenti di quartieri che lottano con la violenza, la fame e altre sfide. Era classificato tra le peggiori scuole della città. Bill incontra gli studenti della North-Grand High School di Chicago. Quindi, North-Grand si è unito al Network for College Success . Armata di dati e lezioni apprese dalle altre scuole della rete, la scuola ha cambiato il modo di servire i suoi alunni di terza media. Se sei una matricola, il tuo primo giorno inizia ora con un insegnante che ti aiuta con le capacità organizzative, la pianificazione del college e come utilizzare il laptop della scuola per i compiti. Un portale online ti consente di controllare i voti ogni giorno. Ogni cinque settimane ti siedi con un consulente per capire come stai andando e dove chiedere aiuto se ne hai bisogno. L'approccio della scuola ha funzionato. L'anno scorso, il 95 percento delle matricole della North-Grand era sulla buona strada per la laurea e la scuola è stata classificata come una delle migliori della città. Molte delle altre scuole della rete hanno adottato programmi simili e hanno registrato progressi simili. Piuttosto che concentrarsi su soluzioni adatte a tutti, la nostra fondazione vuole creare opportunità per le scuole di imparare le une dalle altre. Ciò che ha funzionato alla North-Grand non funzionerà dappertutto. Ecco perché è importante che anche altre scuole di altre reti condividano le loro storie di successo. Melinda: Gli ultimi 20 anni hanno solo approfondito il nostro impegno a far progredire i progressi sulla salute globale e l'educazione pubblica. Ma abbiamo anche sviluppato un forte senso di urgenza riguardo ad altre due questioni. Per Bill, sta affrontando il cambiamento climatico. Per me è l'uguaglianza di genere. Mentre guardiamo avanti ai prossimi 20 anni, dondoleremo anche per questi recinti. Clima Bill: Dopo che abbiamo iniziato la nostra fondazione, Melinda e io abbiamo iniziato a viaggiare regolarmente in paesi a basso reddito per incontrare persone e ascoltare in prima persona le questioni che stavamo affrontando. Andavamo in villaggi rurali come Manhiça, in Mozambico, per conoscere la malaria e visitare città come Lagos, in Nigeria, per incontrare i leader locali sulla crisi dell'HIV. Ma anche se eravamo lì per conoscere la salute, la mia mente non era sempre sulle malattie. Una delle cose che ho notato in molti di quei viaggi è stata la poca elettricità che c'era. Dopo il tramonto, interi villaggi sono precipitati nell'oscurità. Ricordo di aver visto strade non illuminate a Lagos dove le persone si stringevano attorno ai fuochi che avevano costruito in vecchi barili di petrolio. Ricordo anche di aver pensato che dovremmo fare qualcosa al riguardo. Gli uomini si stringono attorno a un incendio a Lagos, in Nigeria. Allora non lo sapevo, ma quello era l'inizio del mio viaggio per lavorare sui cambiamenti climatici. Quel fenomeno a cui abbiamo assistito - che si chiama "povertà energetica" - è un vero problema per 860 milioni di persone in tutto il mondo. Il nostro mondo moderno è costruito sull'elettricità. Senza di essa, sei (letteralmente) lasciato al buio. Quindi, ho iniziato a parlare con gli esperti del problema e di cosa si potesse fare. Due fatti sono presto diventati chiari. Innanzitutto, il mondo diventerebbe un luogo più ricco, più sano e più equo se tutti avessero accesso affidabile all'elettricità. In secondo luogo, dobbiamo trovare un modo per far sì che ciò accada senza contribuire al cambiamento climatico. È successo quasi 14 anni fa. Da allora, ho dedicato molto tempo e risorse all'esplorazione di nuove idee per ridurre le emissioni di gas serra e aiutare le persone ad adattarsi a un clima che cambia. Quando Warren ha esortato me e Melinda a oscillare per le recinzioni tanti anni fa, stava parlando delle aree su cui la nostra fondazione lavorava all'epoca, non dei cambiamenti climatici. Ma il suo consiglio vale anche qui. Il mondo non può risolvere un problema come i cambiamenti climatici senza fare grandi scommesse. La lotta ai cambiamenti climatici richiederà livelli storici di cooperazione globale, quantità di innovazione senza precedenti in quasi tutti i settori dell'economia, un diffuso dispiegamento delle attuali soluzioni di energia pulita come il solare e l'eolico e uno sforzo concertato per lavorare con le persone più vulnerabile a un mondo più caldo. Ciò non accadrà se non decidiamo cosa faremo e come lo faremo. In altre parole, abbiamo bisogno di un piano. La buona notizia è che abbiamo già l'ambizione di fare le cose e gli obiettivi su cui lavorare. L'ambizione è dimostrata dallo straordinario attivismo sul clima, compresi gli scioperi climatici dello scorso autunno. Per quanto riguarda gli obiettivi, possiamo ringraziare l'accordo di Parigi e tutti i paesi, le città e gli Stati che hanno assunto impegni coraggiosi per azzerare le emissioni entro il 2050. Quindi, come dovrebbe essere il piano per raggiungere quell'obiettivo a zero emissioni? La risposta è complicata come il problema che stiamo cercando di risolvere. Ma la versione corta si divide in due secchi: mitigazione e adattamento. “Quindi, come dovrebbe essere il piano per raggiungere quell'obiettivo a zero emissioni? La risposta è complicata come il problema che stiamo cercando di risolvere. " Immagine La mitigazione riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra. La chiave per realizzare ciò è una combinazione di distribuzione delle cose che funzionano ora e molta innovazione per creare e ridimensionare le tecnologie di cui abbiamo ancora bisogno. Quando le persone parlano della soluzione dei cambiamenti climatici, di solito si concentrano sulla riduzione delle emissioni, il che è positivo! Abbiamo bisogno di alternative a zero emissioni di carbonio in ogni settore dell'economia, molte delle quali non esistono ancora. La mitigazione è, di gran lunga, la più grande sfida che dobbiamo capire, ed è bello vedere che tanta energia viene investita in come azzerare le emissioni. (Spero anche che l'innovazione in questo spazio contribuirà a fornire elettricità a più persone.) Ma risolvere i cambiamenti climatici richiederà più di una semplice mitigazione. Dobbiamo anche assumere l' adattamento . Le persone in tutto il mondo sono già colpite da un mondo più caldo. Tali impatti peggioreranno solo negli anni a venire. L'ironia crudele è che le persone più povere del mondo, che contribuiscono meno ai cambiamenti climatici, subiranno il peggio. Nessuno sarà colpito più duramente degli agricoltori di sussistenza, che fanno affidamento sul cibo che coltivano per nutrire le loro famiglie e vivono già ai margini della sopravvivenza. Non hanno le risorse per resistere a più siccità o alluvioni, un focolaio di malattia tra le loro mandrie o nuovi parassiti che divorano i loro raccolti. A 4 gradi Celsius di riscaldamento, la maggior parte dell'Africa sub-sahariana potrebbe vedere la stagione di crescita ridursi del 20% o più, e questa è solo una media. Nelle zone con forte siccità, la stagione di crescita potrebbe essere ridotta ancora più breve. I piccoli agricoltori come questa donna saranno i più colpiti dai cambiamenti climatici. Il risultato sarà meno cibo, sia per gli agricoltori stessi che per gli altri che fanno affidamento sulle colture che coltivano e vendono. Più bambini soffriranno di malnutrizione e la già enorme disparità tra ricchi e poveri peggiorerà ancora. La Commissione globale per l'adattamento (di cui sono copresidente) ha recentemente pubblicato un rapporto che delinea i passi che i governi possono adottare per sostenere gli agricoltori nei decenni a venire. Spero anche che il lavoro della nostra fondazione sull'agricoltura svolgerà un ruolo chiave nell'aiutare gli agricoltori a resistere ai cambiamenti climatici. Oltre un decennio fa, abbiamo iniziato a finanziare la ricerca su varietà di colture di base resistenti alla siccità e alle inondazioni come mais e riso. Queste nuove varietà stanno già aiutando gli agricoltori a coltivare più cibo in alcune parti dell'Africa e dell'India e negli anni a venire saranno disponibili opzioni di coltivazione più intelligenti per il clima. Ma anche se riusciamo ad aumentare i raccolti, la realtà è che i cambiamenti climatici renderanno più difficile per molte persone l'alimentazione di cui hanno bisogno, il che, a loro volta, li renderà più sensibili alle malattie. "La cosa migliore che possiamo fare per aiutare le persone dei paesi poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici è assicurarsi che siano abbastanza sani da sopravvivere". La cosa migliore che possiamo fare per aiutare le persone dei paesi poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici è assicurarsi che siano abbastanza sani da sopravvivere. Dobbiamo ridurre il numero di bambini malnutriti e migliorare le probabilità che sopravvivano le persone che soffrono di malnutrizione. Ciò significa assicurarsi che le persone abbiano accesso non solo ai nutrienti di cui hanno bisogno, ma anche a interventi comprovati come vaccini, droghe e diagnostica. Organizzazioni come Gavi e il Fondo globale svolgeranno un ruolo importante in questo senso migliorando la salute nei luoghi più vulnerabili. Se vogliamo prevenire un disastro climatico, gli interventi e le soluzioni specifici per il clima non sono sufficienti. Dobbiamo anche pensare agli effetti indiretti, come il modo in cui un pianeta più caldo influenzerà la salute globale. Il cambiamento climatico è una delle sfide più difficili che il mondo abbia mai affrontato. Ma credo che possiamo evitare una catastrofe climatica se prendiamo provvedimenti ora per ridurre le emissioni e trovare il modo di adattarci a un mondo più caldo. Genere Melinda: Oltre al 20 ° anniversario della fondazione, quest'anno segna un'altra pietra miliare a cui ho pensato molto ultimamente: il 25 ° anniversario della Conferenza mondiale sulle donne di Pechino. (Se quel nome non suona un campanello, potresti conoscerlo come l'evento in cui Hillary Clinton ha dichiarato che "i diritti umani sono diritti delle donne, e i diritti delle donne sono diritti umani.") Ricordo di aver letto della conferenza e di aver sentito che il mondo aveva piantato un'importante posta in gioco per le donne. Ma ci sono voluti anni prima di riconoscere come l'uguaglianza di genere si adattava al mio lavoro. Dopo che io e Bill abbiamo fondato la fondazione, ho iniziato a trascorrere del tempo con le donne nei luoghi più poveri del mondo. Ho scritto molto su quei viaggi nel mio libro, The Moment of Lift , perché hanno cambiato tutto per me. Ho incontrato una donna che mi ha chiesto di portare con sé il suo neonato perché non riusciva a immaginare come potesse permettersi di prendersi cura di lui. Ho incontrato prostitute in Tailandia che mi hanno aiutato a capire che se fossi nato al loro posto, anch'io farei qualsiasi cosa per nutrire la mia famiglia. Ho incontrato una volontaria per la salute della comunità in Etiopia che mi ha detto che una volta aveva trascorso la notte in una buca nel terreno piuttosto che tornare dal marito violento, quando aveva 10 anni. "I dati sono inequivocabili: non importa in quale parte del mondo sei nato, la tua vita sarà più dura se sei nato una ragazza." Ognuna di queste donne rappresenta milioni di più. E ciò che rende le loro storie ancora più difficili da sopportare è la consapevolezza che, a meno che non agiamo, sono storie destinate a ripetersi. Perché se c'è una cosa che il mondo ha imparato negli ultimi 25 anni, è che questi problemi non scompaiono da soli. I dati sono inequivocabili: non importa in quale parte del mondo sei nato, la tua vita sarà più dura se sei nato una ragazza. Nei paesi in via di sviluppo, le esperienze di ragazzi e ragazze iniziano drammaticamente a divergere nell'adolescenza. La ragazza media nell'Africa sub-sahariana termina la sua istruzione con due anni di scuola in meno rispetto al ragazzo medio. Una ragazza su cinque è sposata prima del suo diciottesimo compleanno, intrappolandola dalla parte sbagliata di uno squilibrio di potere anche all'interno della sua stessa casa. Nel frattempo, nei paesi ad alto reddito, la disuguaglianza di genere tende ad essere più visibile sul posto di lavoro. Anche se le donne negli Stati Uniti guadagnano college e lauree a tassi più alti rispetto agli uomini, tendono a concentrarsi in alcune major e sono spesso incanalate in lavori meno redditizi. Gli uomini hanno il 70% in più di probabilità di essere dirigenti rispetto alle donne della stessa età. Questi numeri sono anche peggiori per le donne di colore, che sono doppiamente emarginate dalle forze combinate di sessismo e razzismo. Il motivo per cui il ritmo dei progressi per donne e ragazze è stato così glaciale non è un mistero. È il risultato diretto del fatto che, nonostante i valorosi sforzi di attivisti, sostenitori e movimenti femministi, il mondo ha rifiutato di dare priorità all'uguaglianza di genere. I leader globali semplicemente non hanno ancora preso gli impegni politici e finanziari necessari per guidare un vero cambiamento. Quando il mondo si riunirà per celebrare il 25 ° anniversario della Conferenza di Pechino al Forum sulla parità delle generazioni alla fine di quest'anno, spero che farà molto per generare energia e attenzione sulla parità di genere. Ma questa volta, dobbiamo garantire che la nostra energia e attenzione siano convertite in azioni. Se perdiamo un'altra opportunità, se riaccendiamo i riflettori, rischiamo di contribuire a una narrazione pericolosa che la disuguaglianza tra uomini e donne è inevitabile. Dobbiamo essere forti e chiari sul fatto che questi problemi sembrano irrisolvibili è che non abbiamo mai fatto lo sforzo necessario per risolverli . Per rendere questo momento diverso, dobbiamo fare audaci tentativi di nuove soluzioni che elimineranno la disuguaglianza tirando contemporaneamente tre leve. Il primo è il monitoraggio rapido delle donne in posizioni di leadership in settori critici come governo, tecnologia, finanza e salute. Quando più donne hanno voce nelle stanze in cui vengono prese le decisioni, molte di quelle decisioni andranno a beneficio di tutti noi. Ma non possiamo fermarci al cambiamento dall'alto verso il basso o concentrarci solo sulle donne in alcuni campi. Dobbiamo anche abbattere le barriere che le donne di ogni estrazione incontrano nella loro vita quotidiana. Ad esempio, il fatto che ci sia un gap stimato del 27% nella partecipazione della forza lavoro tra uomini e donne in tutto il mondo. O che le nostre economie siano costruite sul retro del lavoro non retribuito delle donne. O che, a livello globale, una donna su tre è vittima della violenza di genere, una delle violazioni dei diritti umani più comuni sul pianeta. Ognuna di queste barriere rende più difficile per una donna realizzare i suoi sogni per se stessa o contribuire con i suoi talenti e idee alla sua comunità. Infine, poiché la disuguaglianza di genere è un problema che tocca quasi ogni aspetto della società, anche ogni risposta deve essere di ampia portata. Dobbiamo essere intenzionati a galvanizzare una vasta gamma di partner per svolgere un ruolo nel cambiare le norme e le aspettative della società - non solo gli attivisti e i sostenitori che stanno già conducendo queste conversazioni, ma consumatori, azionisti, leader della fede, animatori, padri e mariti . Devo ammettere che quando ho iniziato a parlare pubblicamente dell'uguaglianza di genere, mi sono sentito a proprio rischio. Ero profondamente consapevole che la nostra fondazione era un ritardatario del problema. Mi preoccupavo di resistere contro gli esperti e mi chiedevo se fossi il giusto messaggero per la causa. Ma ora so che i progressi dipendono dal fatto che tutti noi parliamo. Il mio viaggio come avvocato pubblico è iniziato con la pianificazione familiare. Ci sono oltre 200 milioni di donne nei paesi in via di sviluppo che non vogliono rimanere incinta ma non usano contraccettivi moderni. Quando le donne sono in grado di spaziare nel tempo e nello spazio delle loro gravidanze, hanno maggiori probabilità di rimanere a scuola, guadagnare un reddito e offrire a ciascuno dei propri figli le cure di cui hanno bisogno per prosperare. Oltre a rafforzare i nostri impegni per la pianificazione familiare, ho diretto le nostre fondamenta per sviluppare strategie che privilegino l'uguaglianza di genere. Negli ultimi anni, abbiamo investito per colmare le lacune nei dati, rafforzare la difesa e sostenere l'emancipazione economica delle donne. Ho anche lavorato per far progredire il potere e l'influenza delle donne negli Stati Uniti attraverso una società che ho iniziato a chiamare Pivotal Ventures . Lo scorso ottobre, ho annunciato che Pivotal Ventures impegnerà $ 1 miliardo per accelerare l'uguaglianza di genere negli Stati Uniti nel prossimo decennio, un investimento che spero sia visto come un voto di fiducia negli esperti e sostenitori che stanno già lavorando su questi temi - e un invito per altri filantropi di assumere importanti impegni, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Con l'avvicinarsi dell'anniversario della Conferenza di Pechino, è tempo che i leader del governo, i dirigenti aziendali, i filantropi e gli individui di ogni estrazione sociale prendano misure concrete per mettere in atto le nostre aspirazioni a un mondo più equo. Il mio messaggio è semplice: l' uguaglianza non può attendere. Guardando avanti Quando la mamma di Bill ha parlato al nostro matrimonio, ha detto qualcosa che ricorderemo per sempre: "La tua vita insieme sarà, alla fine, un verdetto sul riconoscimento degli obblighi straordinari che accompagnano risorse straordinarie". Negli ultimi 20 anni, abbiamo lavorato per rispettare tali obblighi attraverso la nostra fondazione.
La madre di Bill tiene un discorso il giorno del nostro matrimonio. Quando abbiamo iniziato per la prima volta questo lavoro, eravamo ottimisti riguardo al potere dell'innovazione per guidare il progresso ed entusiasti del ruolo che potremmo svolgere assumendo rischi per sbloccarlo. Venti anni dopo, siamo altrettanto ottimisti e stiamo ancora oscillando per le recinzioni. Ma ora abbiamo una comprensione molto più profonda di quanto sia importante garantire che l'innovazione sia distribuita equamente. Se solo alcune persone in alcuni luoghi stanno beneficiando di nuovi progressi, altri stanno ancora più indietro. Il nostro ruolo di filantropi non è solo quello di correre rischi che supportano l'innovazione, ma di lavorare con i nostri partner per superare le sfide della scala nella consegna. Riteniamo che i progressi dovrebbero andare a beneficio di tutti, ovunque. Ecco perché siamo stati a questo lavoro negli ultimi due decenni. Ed è per questo che speriamo di continuare per molti decenni a venire. Dedizione Dedichiamo la lettera di quest'anno a tutte le persone che hanno reso possibile il lavoro della nostra fondazione. Il nostro primo ringraziamento va ai nostri colleghi della fondazione e alle migliaia di persone laboriose che hanno varcato le porte negli ultimi 20 anni. Sei un vero gruppo di sostenitori ed esperti di livello mondiale e il successo della fondazione è un tributo alla tua capacità di coltivare relazioni forti con i nostri partner in tutto il mondo. Molti di voi erano a questo lavoro molto prima di noi. Molti di voi ci saranno molto dopo che ci saremo andati. Siamo grati per l'opportunità di imparare da te. Vogliamo anche ringraziare i nostri partner: i governi, le organizzazioni e gli individui in prima linea nei progressi. Abbiamo guadagnato molto dalle vostre intuizioni e competenze e traggiamo ispirazione dal coraggio che molti di voi dimostrano mentre prendete rischi molto più grandi di noi per creare un futuro migliore per i vostri paesi e comunità. Infine, c'è una persona in particolare che ha continuato a emergere mentre riflettevamo su questi ultimi 20 anni, ed è Bill Gates, Sr. Senza di te, la fondazione non sarebbe quella che è, e non saremmo chi siamo . Nello spirito delle metafore del baseball, sei davvero in una lega a parte.

lunedì 13 aprile 2020

E io che pensavo fosse solo un'onda..#colpoditacco

Niente è come sembra .. Come tutte le opere orientali è intrisa di spiritualità .. non vedi anche tu la fugacità della vita ?! ..è una stampa di 150 anni fa eppure è attuale l’Onda può essere il Maledetto Virus 🦠, la Natura, il pericolo.. eppure noi in un mare con delle barchette che la cavalchiamo e che potremmo fare in fin dei conti ? In fondo il Monte Fuji che rappresenta un punto fermo e ognuno di noi lo deve cercare questo punto fermo e poi se guardi bene l’onda è un Drago 🐉 guarda gli artigli : niente è come sembra 😉 E io che pensavo fosse solo un onda 🌊 IL PITTORE È KATSUSHITA ( non ridere ..🤣🤣) HOKUSAI e l’opera si chiama la Grande Onda di KANAGAWA.

sabato 22 ottobre 2016

“I miti sono fatti perché l'immaginazione li animi.” ALBERT CAMUS

L’etimologia della parola stagione risulta incerta, oscillante tra due parole latine, statiónem (“atto di stare”, “fermata”) e satiónem (“atto di seminare”). Il ritmo delle stagioni scandisce da sempre la vita umana, se credete è la parte “culturale” del nostro senso del tempo - è il periodo dell’anno dedicato a una particolare semina: ci accompagna da quando abbiamo iniziato a scegliere di riunirci in comunità, raccolte in piccoli villaggi, che poi si son fatti città. Per questo anche la mitologia, nata proprio per “raccontare” i fenomeni della natura agli uomini più semplici, spiega il fenomeno dell’alternarsi delle stagioni attraverso il mito di Demetra, dea delle messi, dei raccolti. Demetra, dea della fertilità, era la madre di Persefone. Un giorno Ade, re dell’Oltretomba e signore dei morti, vide Persefone, se ne innamorò e la rapì, trascinandola con sé nel suo mondo sotterraneo per sposarla. Quando Demetra si accorse che la figlia era scomparsa, disperata, prese a cercarla ovunque. Dopo dieci giorni di ricerche forsennate, Elio, il Sole, le rivelò la verità: tua figlia è stata rapita, è negli Inferi, adesso, ed è sposa del loro dio Ade. Furiosa, Demetra abbandonò l'Olimpo e, pazza di dolore, per vendetta decise che la terra non avrebbe più dato frutti, così la razza umana si sarebbe estinta nella carestia. Fu allora che Zeus intervenne: ordinò ad Ade di restituire Persefone alla sua casa. Ade obbedì, ma prima di rimandare colei che era ormai sua moglie sulla terra, compì un prodigio per impedirle di rimanere per sempre nel regno della luce, lontano da sé. Le fece mangiare un seme di melograno quando lei ancora era nel regno dei morti: per il potere di questo frutto, la costrinse a farvi ritorno, ogni anno, per un lungo periodo. Fu così che Demetra decretò che nei sei mesi che Persefone sarebbe stata nel regno dei morti, sul mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate. Ecco: le mezze stagioni non sono mai esistite - le stagioni sono due: quella fredda (da Ottobre a Marzo) e quella calda (da Aprile a Settembre). Si parla di primavera e autunno, ma in realtà, con anticipi o ritardi, è solo l'inverno che cede il passo all'estate e viceversa. L’astronomia ha poi portato a dividere l'anno in 4 stagioni, ma si potrebbe dividerlo in 6 o addirittura 12: ogni mese ha infatti le sue caratteristiche. Molti luoghi comuni sono instabili nel tempo e nello spazio, legati a una determinata epoca e alle dinamiche sociali e culturali. Non quello sulle mezze stagioni: già Leopardi nello Zibaldone (1817-32) scriveva: "Egli è pur vero che l'ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi non vi son più; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno. Io ho udito dire a mio padre, che in sua gioventù, a Roma, la mattina di Pasqua di Resurrezione, ognuno si rivestiva da state. Adesso chi non ha bisogno dì impegnar la camiciola, vi so dire che si guarda molto bene di non alleggerirsi della minima cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’ inverno".

venerdì 15 aprile 2016

FATE ATTENZIONE MIK

Don’t Manage Your Time, Manage Your Attention “Any man who can drive safely while kissing a pretty girl is simply not giving the kiss the attention it deserves.” ~ Albert Einstein "Ogni uomo che può guidare in modo sicuro mentre bacia una bella ragazza, ma l'attenzione che merita non è semplicemente dando il bacio ." ~ Albert Einstein E se hai smesso di preoccuparti su come hai speso il tuo tempo, e invece consideri come hai trascorso la tua attenzione? Te lo dico io : un'affermazione da fare di più ed essere più felice! Qualcuno può spendere il suo tempo seduto su una sedia, ma dov'è la loro mente? Stanno pensando alla persona seduta nelle vicinanze? Sono il brainstorming idee di business? Stanno riflettendo sulle cose a loro grate ? Stanno mettendo il broncio per la loro cattiva sorte? La scelta critica che abbiamo più volte nella vita è dove dirigere la nostra attenzione. Qualcuno potrebbe sostenere che questo è implicito nel "come spendiamo tempo", ma quando sento "passare il tempo," Penso di azioni - mangiare, dormire, andare in piscina, la scrittura, la lettura, seduto su una sedia, ecc Non gestire il tuo tempo, gestisci la tua attenzione : Allinea mente e corpo.. Trascorrere del tempo è su ciò che il corpo sta facendo. Trascorrere l'attenzione è su dove la vostra mente è, che è più importante. Uno studio di Harvard ha scoperto che essere distratti ci rende infelici, ed è stata definita come da qualche parte o fare qualcosa fisicamente con la mente di essere da qualche altra parte. Questo è un problema di attenzione, non uno di tempo. Si tratta di essere presenti dove sei, e di essere in contatto con il vostro ambiente immediato. E significa smettere di mandare sms a un gruppo di persone mentre siete fisicamente con un altro gruppo di persone, per Peter e per amore di tutti gli altri! Per dirla in altro modo, quando sei seduto al lavoro e ti lasci tirare via da notifiche e video del gatto, sei tecnicamente "al lavoro", ma la vostra attenzione è " schizzata via ". Confrontate i risultati di questa sessione di lavoro con uno che pone l'attenzione sul compito da svolgere e la differenza sarà scioccante. Alcune persone fanno in più in 20 minuti compiti che rispetto ad altri vengono fatti in 4 ore, ed è perché riescono a catalizzare la loro attenzione in modo più efficace. Perché l' Attenzione è più potente del Tempo L'attenzione è potere. Le persone si vestono con abiti appariscenti per attirare l' attenzione su di essi. Gli inserzionisti spendono miliardi di dollari per attirare la loro attenzione per cinque secondi. Rock star e Stelle del cinema sono lodate per la loro capacità di intrattenere (vale a dire, tenere l'attenzione della gente per ore). Per qualcosa così ambita e preziosa come la nostra attenzione, è ironico che tutti si concentrano sulla gestione del tempo, invece. La gestione del tempo è noiosa, lascia spazio per l'interpretazione e lascia il suo deriva mente in qualsiasi direzione. Cosa fare a questo proposito: quando ci si siede a lavorare perché sono le 17:00, non pensare a lavorare per un'ora fino a quando la classe di spin. Decidete di concentrarvi a fondo sul proprio compito per i prossimi 5 minuti, e poi rinnovare tale impegno per altri 5 minuti, se necessario. Data la propensione umana a perdere la concentrazione (soprattutto nel nostro mondo moderno di distrazione), è più utile puntare per brevi raffiche di fuoco del laser. Se lo scopo di "lavoro per un'ora," la vostra attenzione su quel compito sarà variare notevolmente, e, quindi, così sarà il vostro risultato. Qualunque sia il vostro obiettivo, dalla felicità per il successo, si concentrerà su cui l'attenzione va e ora si prenderà cura di sé. Si ha abbastanza tempo nel corso della giornata, ma non si hanno abbastanza attenzione nella vostra giornata? Questa è la domanda. Molte persone hanno familiarità con il Principio di Pareto, o il principio 80/20, in cui si afferma che l'80% dei risultati provengono da 20% del lavoro. Questo è un ottimo modo per spiegare la forza del lavoro se è concentrato rispetto al lavoro lavoro incentrato sfocato genererà sempre sproporzionatamente grandi risultati. Come esperimento di oggi, concentrarsi sulla gestione la vostra attenzione più del vostro tempo. Credo che sarete piacevolmente sorpresi di quanto bene si rinnova la vostra energia e aumenta la produttività... Wandering mind not a happy mind La gente spende il 46,9 per cento delle loro ore di veglia a pensare a qualcosa di diverso da quello che stanno facendo, e questo mente vagare in genere li rende infelice. Così dice uno studio che ha utilizzato un Web App iPhone per raccogliere 250.000 punti di dati su soggetti pensieri, sentimenti e azioni come sono andati circa la loro vita. La ricerca, dagli psicologi Matthew A. Killingsworth e Daniel T. Gilbert della Harvard University, è descritta questa settimana sulla rivista Science. "Una mente umana è una mente errante, e una mente errante è una mente infelice," Killingsworth e Gilbert scrittura. "La capacità di pensare a ciò che non sta accadendo è una conquista cognitiva che prevede un costo emotivo". A differenza di altri animali, gli esseri umani spendono un sacco di tempo a pensare a ciò che non sta accadendo intorno a loro: contemplando eventi che sono accaduti in passato, potrebbe accadere in futuro, o non può mai accadere a tutti. Infatti, mente vagare sembra essere la modalità di default del cervello umano di funzionamento. Per tenere traccia di questo comportamento, Killingsworth ha sviluppato un applicazione per iPhone che ha contattato 2.250 volontari a intervalli casuali di chiedere quanto erano felici, quello che erano facendo attualmente, e se stavano pensando circa la loro attività in corso o di qualcos'altro che è stato piacevole, neutro o sgradevole. I soggetti potevano scegliere tra 22 attività generali, come camminare, mangiare, fare shopping, e guardare la televisione. In media, gli intervistati hanno riferito che le loro menti vagavano 46,9 per cento del tempo, e non meno del 30 per cento del tempo durante ogni attività, a parte fare l'amore. " Vagare con la Mente appare onnipresente in tutte le attività", dice Killingsworth, uno studente di dottorato in psicologia ad Harvard. "Questo studio dimostra che la nostra vita mentale sono pervasi, ad un grado notevole, dal non - present." Killingsworth e Gilbert, professore di psicologia ad Harvard, ha scoperto che le persone erano più felici quando fanno l'amore o esercizi o si impegnano in una conversazione. Erano meno felici quando a riposo, di lavoro, o utilizzando un computer di casa. " Vagare con la Mente è un eccellente previsore della felicità delle persone", dice Killingsworth. "In effetti, quanto spesso le nostre menti lasciano il presente e dove tendono ad andare costituiscono un migliore indicatore della nostra felicità che le attività in cui siamo impegnati." I ricercatori hanno stimato che solo il 4,6 per cento della felicità di una persona in un dato momento è attribuibile all'attività specifica lui o lei stava facendo, mentre lo stato mentale che vaga di una persona rappresentavano circa il 10,8 per cento della sua felicità. Time-lag analisi condotte dai ricercatori hanno suggerito che i loro soggetti mente vagare era generalmente la causa, non la conseguenza, della loro infelicità. "Molte tradizioni filosofiche e religiose insegnano che la felicità si trova vivendo in questo momento, e gli operatori sono addestrati a resistere mente vagare e di “essere qui ora", Killingsworth e Gilbert nota nella scienza. "Queste tradizioni suggeriscono che una mente errante è una mente infelice." Questa nuova ricerca, dicono gli autori, suggerisce che queste tradizioni hanno ragione. Killingsworth e 2.250 soggetti di Gilbert in questo studio avevano un'età compresa 18-88, che rappresenta una vasta gamma di background socio-economico e occupazioni. Il settanta per cento dei partecipanti allo studio erano americani. Più di 5.000 persone sono ora utilizzando l'applicazione per iPhone Web. Vostro MIK

venerdì 1 aprile 2016

Ma che diavolo è l' Acqua di DAVID FOSTER WALLACE

Kenyon college and Me8 ottobre 2008 Pubblicato da Chiara Valerio di David Foster Wallace [traduzione di Roberto Natalini] Trascrizione del discorso di David Foster Wallace per la cerimonia delle lauree al Kenyon college, 21 maggio 2005. Un saluto a tutti e le mie congratulazioni alla classe 2005 dei laureati del Kenyon college. Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede “ma cosa diavolo è l’acqua?”È una caratteristica comune ai discorsi nelle cerimonie di consegna dei diplomi negli Stati Uniti di presentare delle storielle in forma di piccoli apologhi istruttivi. La storia è forse una delle migliori, tra le meno stupidamente convenzionali nel genere, ma se vi state preoccupando che io pensi di presentarmi qui come il vecchio pesce saggio, spiegando cosa sia l’acqua a voi giovani pesci, beh, vi prego, non fatelo. Non sono il vecchio pesce saggio. Il succo della storia dei pesci è solamente che spesso le più ovvie e importanti realtà sono quelle più difficili da vedere e di cui parlare. Espresso in linguaggio ordinario, naturalmente diventa subito un banale luogo comune, ma il fatto è che nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti, i banali luoghi comuni possono essere questioni di vita o di morte, o meglio, è questo ciò che vorrei cercare di farvi capire in questa piacevole mattinata di sole. Chiaramente, l’esigenza principale in discorsi come questo è che si suppone vi parli del significato della vostra educazione umanistica, e provi a spiegarvi perché il diploma che state per ricevere ha un effettivo valore sul piano umano e non soltanto su quello puramente materiale. Per questo, lasciatemi esaminare il più diffuso stereotipo nei discorsi fatti a questo tipo di cerimonie, ossia che la vostra educazione umanistica non consista tanto “nel fornirvi delle conoscenze”, quanto “nell’insegnarvi a pensare”. Se siete come me quando ero studente, non vi sarà mai piaciuto ascoltare questo genere di cose, e avrete tendenza a sentirvi un po’ insultati dall’affermazione che dobbiate aver bisogno di qualcuno per insegnarvi a pensare, poiché il fatto stesso che siete stati ammessi a frequentare un college così prestigioso vi sembra una dimostrazione del fatto che già sapete pensare. Ma vorrei convincervi che lo stereotipo dell’educazione umanistica in realtà non è per nulla offensivo, perché la vera educazione a pensare, che si pensa si debba riuscire ad avere in un posto come questo, non riguarda affatto la capacità di pensare, ma piuttosto la scelta di cosa pensare. Se la vostra assoluta libertà di scelta su cosa pensare vi sembrasse troppo ovvia per perdere del tempo a discuterne, allora vorrei chiedervi di pensare al pesce e all’acqua, e a mettere tra parentesi anche solo per pochi minuti il vostro scetticismo circa il valore di ciò che è completamente ovvio. Ecco un’altra piccola storia istruttiva. Ci sono due tizi che siedono insieme al bar in un posto sperduto e selvaggio in Alaska. Uno dei due tizi è credente, l’altro è ateo, e stanno discutendo sull’esistenza di Dio, con quell’intensità particolare che si stabilisce più o meno dopo la quarta birra. E l’ateo dice: “Guarda, non è che non abbia ragioni per non credere. Ho avuto anche io a che fare con quella roba di Dio e della preghiera. Proprio un mese fa mi sono trovato lontano dal campo in una terribile tormenta, e mi ero completamente perso e non riuscivo a vedere nulla, e facevano 45 gradi sotto zero, e così ho provato: mi sono buttato in ginocchio nella neve e ho urlato ‘Oh Dio, se c’è un Dio, mi sono perso nella tormenta, emorirò tra poco se tu non mi aiuterai’.” E a questo punto, nel bar, il credente guarda l’ateo con aria perplessa “Bene, allora adesso dovrai credere” dice, “sei o non sei ancora vivo?” E l’ateo, alzando gli occhi al cielo “Ma no, è successo invece che una coppia di eschimesi, che passava di lì per caso, mi ha indicato la strada per tornare al campo.” È facile interpretare questa storiella con gli strumenti tipici dell’analisi umanistica: la stessa precisa esperienza può avere due significati totalmente diversi per due persone diverse, avendo queste persone due diversi sistemi di credenze e due diversi modi di ricostruire il significato dall’esperienza. Poiché siamo convinti del valore della tolleranza e della varietà delle convinzioni, in nessun modo la nostra analisi umanistica vorrà affermare che l’interpretazione di uno dei due tizi sia giusta a quella dell’altro falsa o cattiva. E questo va anche bene, tranne per il fatto che in questo modo non si riesce mai a discutere da dove abbiano origine questi schemi e credenze individuali. Voglio dire, da dove essi vengano dall’INTERNO dei due tizi. Come se l’orientamento fondamentale verso il mondo di una persona e il significato della sua esperienza fossero in qualche modo intrinseci e difficilmente modificabili, come l’altezza o il numero di scarpe, o automaticamente assorbiti dal contesto culturale, come il linguaggio. Come se il modo in cui noi costruiamo il significato non fosse in realtà un fatto personale, frutto di una scelta intenzionale. Inoltre, c’è anche il problema dell’arroganza. Il tizio non credente è totalmente certo nel suo rifiuto della possibilità che il passaggio degli eschimesi abbia qualche cosa a che fare con la sua preghiera. Certo, ci sono un sacco di credenti che appaiono arroganti e anche alcune delle loro interpretazioni. E sono probabilmente anche peggio degli atei, almeno per molti di noi. Ma il problema del credente dogmatico è esattamente uguale a quello del non credente: una certezza cieca, una mentalità chiusa che equivale a un imprigionamento così totale che il prigioniero non si accorge nemmeno di essere rinchiuso. Il punto che vorrei sottolineare qui è che credo che questo sia una parte di ciò che vuole realmente significare insegnarmi a pensare. A essere un po’ meno arrogante. Ad avere anche solo un po’ di coscienza critica su di me e le mie certezze. Perché una larga percentuale di cose sulle quali tendo a essere automaticamente certo risulta essere totalmente sbagliata e deludente. Ho imparato questo da solo e a mie spese, e così immagino sarà per voi una volta laureati. Ecco un esempio della totale falsità di qualche cosa su cui tendo ad essere automaticamente sicuro: nella mia esperienza immediata, tutto tende a confermare la mia profonda convinzione che io sia il centro assoluto dell’universo, la più reale e vivida e importante persona che esista. Raramente pensiamo a questa specie di naturale, fondamentale egocentrismo, perché è qualche cosa di socialmente odioso. Ma in effetti è lo stesso per tutti noi. È la nostra configurazione di base, codificata nei nostri circuiti fin dalla nascita. Pensateci: non c’è nessuna esperienza che abbiate fatto di cui non ne siate il centro assoluto. Il mondo, così come voi lo conoscete, è lì davanti a VOI o dietro di VOI, o alla VOSTRA sinistra o alla VOSTRA destra, sulla VOSTRA TV o sul VOSTRO schermo. E così via. I pensieri e i sentimenti delle altre persone devono esservi comunicati in qualche modo, ma i vostri sono così immediati, urgenti, reali. Adesso vi prego di non pensare che io voglia farvi una lezione sulla compassione o la sincerità o altre cosiddette “virtù”. Il problema non è la virtù. Il problema è di scegliere di fare il lavoro di adattarsi e affrancarsi dalla configurazione di base, naturale e codificata in noi, che ci fa essere profondamente e letteralmente centrati su noi stessi, e ci fa vedere e interpretare ogni cosa attraverso questa lente del sé. Le persone che riescono ad adattare la loro configurazione di base sono spesso descritti come “ben adattati”, che credo non sia un termine casuale. Considerando la trionfale cornice accademica in cui siamo, viene spontaneo porsi il problema di quanto di questo lavoro di autoregolazione della nostra configurazione di base coinvolga conoscenze effettive e il nostro stesso intelletto. Questo problema è veramente molto complicato. Probabilmente la più pericolosa conseguenza di un’educazione accademica, almeno nel mio caso, è che ha permesso di svilupparmi verso della roba super- intellettualizzata, di perdermi in argomenti astratti dentro la mia testa e, invece di fare semplicemente attenzione a ciò che mi capita sotto al naso, fare solo attenzione a ciò che capita dentro di me. Come saprete già da un pezzo, è molto difficile rimanere consapevoli e attenti, invece di lasciarsi ipnotizzare dal monologo costante all’interno della vostra testa (potrebbe anche stare succedendo in questo momento). Vent’anni dopo essermi laureato, sono riuscito lentamente a capire che lo stereotipo dell’educazione umanistica che vi “insegna a pensare” è in realtà solo un modo sintetico per esprimere un’idea molto più significativa e profonda: “imparare a pensare” vuol dire in effetti imparare a esercitare un qualche controllo su come e cosa pensi. Significa anche essere abbastanza consapevoli e coscienti per scegliere a cosa prestare attenzione e come dare un senso all’esperienza. Perché, se non potrete esercitare questo tipo di scelta nella vostra vita adulta, allora sarete veramente nei guai. Pensate al vecchio luogo comune della “mente come ottimo servitore, ma pessimo padrone”. Questo, come molti luoghi comuni, così inadeguati e poco entusiasmanti in superficie, in realtà esprime una grande e terribile verità. Non a caso gli adulti che si suicidano con armi da fuoco quasi sempre si sparano alla testa. Sparano al loro pessimo padrone. E la verità è che molte di queste persone sono in effetti già morte molto prima di aver premuto il grilletto. E vi dico anche quale dovrebbe essere l’obiettivo reale su cui si dovrebbe fondare la vostra educazione umanistica: come evitare di passare la vostra confortevole, prosperosa, rispettabile vita adulta, come dei morti, incoscienti, schiavi delle vostre teste e della vostra solita configurazione di base per cui “in ogni momento” siete unicamente, completamente, imperiosamente soli. Questo potrebbe suonarvi come un’iperbole o un’astrazione senza senso. Cerchiamo di essere concreti. Il fatto puro e semplice è che voi laureati non avete ancora nessun’idea di cosa “in ogni momento” significhi veramente. Questo perché nessuno parla mai, in queste cerimonie delle lauree, di una grossa parte della vita adulta americana. Questa parte include la noia, la routine e la meschina frustrazione. I genitori e i più anziani tra di voi sapranno anche troppo bene di cosa sto parlando. Tanto per fare un esempio, prendiamo una tipica giornata da adulto, e voi che vi svegliate la mattina, andate al vostro impegnativo lavoro da colletto- bianco- laureato- all’università, e lavorate duro per otto o dieci ore, fino a che, alla fine della giornata, siete stanchi e anche un po’ stressati e tutto ciò che vorreste sarebbe di tornarvene casa, godervi una bella cenetta e forse rilassarvi un po’ per un’oretta, per poi ficcarvi presto nel vostro letto perché, evidentemente, dovrete svegliarvi presto il giorno dopo per ricominciare tutto da capo. Ma, a questo punto, vi ricordate che non avete nulla da mangiare a casa. Non avete avuto tempo di fare la spesa questa settimana a causa del vostro lavoro così impegnativo, per cui, uscendo dal lavoro, dovete mettervi in macchina e guidare fino al supermercato. È l’ora di punta e il traffico è parecchio intenso. Per cui per arrivare al supermercato ci mettete moltissimo tempo, e quando finalmente arrivate, lo trovate pieno di gente, perché naturalmente è proprio il momento del giorno in cui tutti quelli che lavorano come voi cercano di sgusciare in qualche negozio di alimentari. E il supermercato è disgustosamente illuminato e riempito con della musica di sottofondo abbrutente o del pop commerciale, ed è proprio l’ultimo posto in cui vorreste essere, ma non potete entrare e uscire rapidamente, vi tocca vagare su e giù tra le corsie caotiche di questo enorme negozio super- illuminato per trovare la roba che volete e dovete manovrare con il vostro carrello scassato nel mezzo delle altre persone, anche loro stanche e di fretta come voi, con i loro carrelli (eccetera, eccetera, ci do un taglio poiché è una cerimonia piuttosto lunga) e alla fine riuscite a raccogliere tutti gli ingredienti della vostra cena, e scoprite che non ci sono abbastanza casse aperte per pagare, anche se è l’ora – di – punta – di – fine - giornata. Cosi la fila per pagare è incredibilmente lunga, che è una cosa stupida e che vi fa arrabbiare. Ma voi non potete sfogare la vostra frustrazione sulla povera signorina tutta agitata alla cassa, che è super stressata da un lavoro la cui noia quotidiana e insensatezza supera l’immaginazione di ognuno di noi qui in questa prestigiosa Università. Ma in ogni modo, finalmente arrivate in fondo a questa fila, pagate per il vostro cibo, e vi viene detto “buona giornata” con una voce che è proprio la voce dell’oltretomba. Quindi dovete portare quelle orrende, sottili buste di plastica del supermercato nel vostro carrello con una ruota impazzita che spinge in modo esasperante verso sinistra, di nuovo attraverso il parcheggio affollato, pieno di buche e di rifiuti, e guidare verso casa di nuovo attraverso il traffico dell’ora di punta, lento, intenso, pieno di SUV, ecc. A tutti noi questo è capitato, certamente. Ma non è ancora diventato parte della routine della vostra vita effettiva di laureati, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Ma lo sarà. E inoltre ci saranno tante altre routine apparentemente insignificanti, noiose e fastidiose. Ma non è questo il punto. Il punto è che è proprio con stronzate meschine e frustranti come questa che interviene la possibilità di scelta. Perché il traffico e le corsie affollate del supermercato e la lunga coda alla cassa mi danno il tempo di pensare, e se io non decido in modo meditato su come pensare e a cosa prestare attenzione, sarò incazzato e infelice ogni volta che andrò a fare la spesa. Perché la mia naturale configurazione di base è la certezza che situazioni come questa riguardino solo me. La MIA fame e la MIA stanchezza e il MIO desiderio di andarmene a casa, e mi sembrerà che ogni altra persona al mondo stia lì ad ostacolarmi. E chi sono poi queste persone che mi ostacolano? E guardate come molti di loro sono repellenti, e come sembrano stupidi e bovini e con gli occhi spenti e non-umani nella coda alla cassa, o anche come è fastidioso e volgare che le persone stiano tutto il tempo a urlare nei loro cellulari mentre sono nel mezzo della fila. E guardate quanto tutto ciò sia profondamente e personalmente ingiusto. Oppure, se la mia configurazione di base è più vicina alla coscienza sociale e umanistica, posso passare un bel po’ di tempo nel traffico di fine giornata a essere disgustato da tutti quei grossi, stupidi SUV e Hummers e furgoni con motori a 12 valvole, che bloccano la strada e consumano il loro costoso, egoistico serbatoio da 40 galloni di benzina, e posso anche soffermarmi sul fatto che gli adesivi patriottici e religiosi sembrano essere sempre sui veicoli più grandi e più disgustosamente egoisti, guidati dai più brutti, più incoscienti e aggressivi dei guidatori. (Attenzione, questo è un esempio di come NON bisogna pensare …) E posso pensare che i figli dei nostri figli ci disprezzeranno per aver sprecato tutto il carburante del futuro e avere probabilmente fottuto il clima, e che noi tutti siamo viziati e stupidi ed egoisti e ripugnanti, e che la moderna civiltà dei consumi faccia proprio schifo, e così via. Avete capito l’idea. Se scelgo di pensare in questo modo in un supermercato o sulla superstrada, va bene. Un sacco di noi lo fanno. Tranne che il fatto di pensare in questo modo diventa nel tempo così facile e automatico che non è più nemmeno una vera scelta. Diventa la mia configurazione di base. È questa la modalità automatica in cui vivo le parti noiose, frustranti, affollate della mia vita da adulto, quando sto operando all’interno della convinzione automatica e inconscia di essere il centro del mondo, e che i miei bisogni e i miei sentimenti prossimi sono ciò che determina le priorità del mondo intero. In realtà, naturalmente, ci sono molti modi diversi di pensare in questo tipo di situazioni. Nel traffico, con tutte queste macchine ferme e immobili davanti a me, non è impossibile che una delle persone nei SUV abbia avuto un orribile incidente d’auto nel passato, e adesso sia cosi terrorizzata dal guidare che il suo terapista le ha ordinato di prendere un grosso e pesante SUV, così che possa sentirsi abbastanza sicura quando guida. O che quell’Hummer che mi ha appena tagliato la strada sia forse guidato da un padre il cui figlio piccolo è ferito o malato nel sedile accanto a lui, e stia cercando di portarlo in ospedale, ed abbia quindi leggitimamente molto più fretta di me: in effetti sono io che blocco la SUA strada. Oppure posso sforzarmi di considerare la possibilità che tutti gli altri nella fila alla cassa del supermercato siano stanchi e frustrati come lo sono io, e che alcune di queste persone probabilmente abbiano una vita molto più dura, noiosa e dolorosa della mia. Di nuovo, vi prego di non pensare che vi stia dando dei consigli morali, o vi stia dicendo che dovreste pensare in questo modo, o che qualcuno si aspetta da voi che lo facciate. Perché è difficile. Richiede volontà e fatica, e se voi siete come me, in certi giorni non sarete capaci di farlo, o più semplicemente non ne avrete voglia. Ma molte altre volte, se sarete abbastanza coscienti da darvi la possibilità di scegliere, voi potrete scegliere di guardare in un altro modo a questa grassa signora super- truccata e con gli occhi spenti che ha appena sgridato il suo bambino nella coda alla cassa. Forse non è sempre così. Forse è stata sveglia per tre notti di seguito tenendo la mano del marito che sta morendo di un cancro alle ossa. O forse questa signora è l’impiegata meno pagata della motorizzazione, che proprio ieri ha aiutato vostra moglie a risolvere un orribile e snervante problema burocratico con alcuni piccoli atti di gentilezza amministrativa. Va bene, nessuno di questi casi è molto probabile, ma non è nemmeno completamente impossibile. Dipende da cosa volete considerare. Se siete automaticamente sicuri di sapere cos’è la realtà, e state operando sulla base della vostra configurazione di base, allora voi, come me, probabilmente non avrete voglia di considerare possibilità che non siano fastidiose e deprimenti. Ma se imparate realmente a concentrarvi, allora saprete che ci sono altre opzioni possibili. Avrete il potere di vivere una lenta, calda, affollata esperienza da inferno del consumatore, e renderla non soltanto significativa, ma anche sacra, ispirata dalle stesse forze che formano le stelle: amore, amicizia, la mistica unità di tutte le cose fuse insieme. Non che la roba mistica sia necessariamente vera. La sola cosa che è Vera con la V maiuscola è che sta a voi decidere di vederlo o meno. Questa, credo, sia la libertà data da una vera educazione, di poter imparare ad essere “ben adattati”. Voi potrete decidere con coscienza che cosa ha significato e che cosa non lo ha. Potrete scegliere in cosa volete credere. Ed ecco un’altra cosa che può sembrare strana, ma che è vera: nella trincea quotidiana in cui si svolge l’esistenza degli adulti non c’è posto per una cosa come l’ateismo. Non è possibile non adorare qualche cosa. Tutti credono. La sola scelta che abbiamo è su che cosa adorare. E forse la più convincente ragione per scegliere qualche sorta di dio o una cosa di tipo spirituale da adorare – sia essa Gesù Cristo o Allah, sia che abbiate fede in Geova o nella Santa Madre Wicca, o nelle Quattro Nobili Verità, o in qualche inviolabile insieme di principi etici – è che praticamente qualsiasi altra cosa in cui crederete finirà per mangiarvi vivo. Se adorerete il denaro o le cose, se a queste cose affiderete il vero significato della vita, allora vi sembrerà di non averne mai abbastanza. È questa la verità. Adorate il vostro corpo e la bellezza e l’attrazione sessuale e vi sentirete sempre brutti. E quando i segni del tempo e dell’età si cominceranno a mostrare, voi morirete un milione di volte prima che abbiano ragione di voi. Ad un certo livello tutti sanno queste cose. Sono state codificate in miti, proverbi, luoghi comuni, epigrammi, parabole, sono la struttura di ogni grande racconto. Il trucco sta tutto nel tenere ben presente questa verità nella coscienza quotidiana. Adorate il potere, e finirete per sentirvi deboli e impauriti, e avrete bisogno di avere sempre più potere sugli altri per rendervi insensibili alle vostre proprie paure. Adorate il vostro intelletto, cercate di essere considerati intelligenti, e finirete per sentirvi stupidi, degli impostori, sempre sul punto di essere scoperti. Ma la cosa insidiosa di queste forme di adorazione non è che siano cattive o peccaminose, è che sono inconsce. Sono la configurazione di base. Sono forme di adorazione in cui scivolate lentamente, giorno dopo giorno, diventando sempre più selettivi su quello che volete vedere e su come lo valutate, senza essere mai pienamente consci di quello che state facendo. E il cosiddetto “mondo reale” non vi scoraggerà dall’operare con la configurazione di base, poiché il cosiddetto “mondo reale” degli uomini e del denaro e del potere canticchia allegramente sul bordo di una pozza di paura e rabbia e frustrazione e desiderio e adorazione di sé. La cultura contemporanea ha imbrigliato queste forze in modo da produrre una ricchezza straordinaria e comodità e libertà personale. La libertà di essere tutti dei signori di minuscoli regni grandi come il nostro cranio, soli al centro del creato. Questo tipo di libertà ha molti lati positivi. Ma naturalmente vi sono molti altri tipi di libertà, e del tipo che è il più prezioso di tutti, voi non sentirete proprio parlare nel grande mondo esterno del volere, dell’ottenere e del mostrarsi. La libertà del tipo più importante richiede attenzione e consapevolezza e disciplina, e di essere veramente capaci di interessarsi ad altre persone e a sacrificarsi per loro più e più volte ogni giorno in una miriade di modi insignificani e poco attraenti. Questa è la vera libertà. Questo è essere istruiti e capire come si pensa. L’alternativa è l’incoscienza, la configurazione di base, la corsa al successo, il senso costante e lancinante di aver avuto, e perso, qualcosa di infinito. Lo so che questa roba probabilmente non vi sembrerà molto divertente o ispirata, come un discorso per questo di genere di cerimonie dovrebbe sembrare. In questo consiste però, per come la vedo io, la Verità con la V maiuscola, scrostata da un sacco di stronzate retoriche. Certamente, siete liberi di pensare quello che volete di tutto questo. Ma per favore non scartatelo come se fosse una sermone ammonitorio alla Dr. Laura. Niente di questa roba è sulla morale o la religione o il dogma o sul grande problema della vita dopo la morte. La Verità con la V maiuscola è sulla vita PRIMA della morte. È sul valore reale di una vera istruzione, che non ha quasi nulla a che spartire con la conoscenza e molto a che fare con la semplice consapevolezza, consapevolezza di cosa è reale ed essenziale, ben nascosto, ma in piena vista davanti a noi, in ogni momento, per cui non dobbiamo smettere di ricordarci più e più volte: “Questa è acqua, questa è acqua.” È straordinariamente difficile da fare, rimanere coscienti e consapevoli nel mondo adulto, in ogni momento. Questo vuol dire che anche un altro dei grandi luoghi comuni finisce per rivelarsi vero: la vostra educazione è realmente un lavoro che dura tutta la vita. E comincia ora. Auguro a tutti una grossa dose di fortuna. Note Questo discorso segue la trascrizione dal video della conferenza, fatta da un appassionato lettore di Wallace, ed è fedele quindi al testo effettivamente pronunciato in quella occasione. Il testo originale inglese si può trovare qui: http://www.marginalia.org/dfw_kenyon_commencement.html. Sono stati eliminati solo un paio di commenti fatti a voce da Wallace stesso. Una versione leggermente diversa è apparsa nel 2006 nel libro “The Best American Nonrequired Reading 2006 ″ per poi essere parzialmente ripresa dal Wall Street Journal nell’edizione del 19 settembre 2008. La Dr. Laura è la Dott.ssa Laura Catherine Schlessinger, autrice di alcuni libri, opinionista, spesso presente in trasmissioni radiofoniche. Nota per i suoi sermoni moralistici, risponde alle domande poste per telefono dagli ascoltatori. Nel suo blog ha avuto modo di scrivere frasi che denotano una scarsa sensibilità, dopo la scomparsa di Wallace.