sabato 22 ottobre 2016

“I miti sono fatti perché l'immaginazione li animi.” ALBERT CAMUS

L’etimologia della parola stagione risulta incerta, oscillante tra due parole latine, statiónem (“atto di stare”, “fermata”) e satiónem (“atto di seminare”). Il ritmo delle stagioni scandisce da sempre la vita umana, se credete è la parte “culturale” del nostro senso del tempo - è il periodo dell’anno dedicato a una particolare semina: ci accompagna da quando abbiamo iniziato a scegliere di riunirci in comunità, raccolte in piccoli villaggi, che poi si son fatti città. Per questo anche la mitologia, nata proprio per “raccontare” i fenomeni della natura agli uomini più semplici, spiega il fenomeno dell’alternarsi delle stagioni attraverso il mito di Demetra, dea delle messi, dei raccolti. Demetra, dea della fertilità, era la madre di Persefone. Un giorno Ade, re dell’Oltretomba e signore dei morti, vide Persefone, se ne innamorò e la rapì, trascinandola con sé nel suo mondo sotterraneo per sposarla. Quando Demetra si accorse che la figlia era scomparsa, disperata, prese a cercarla ovunque. Dopo dieci giorni di ricerche forsennate, Elio, il Sole, le rivelò la verità: tua figlia è stata rapita, è negli Inferi, adesso, ed è sposa del loro dio Ade. Furiosa, Demetra abbandonò l'Olimpo e, pazza di dolore, per vendetta decise che la terra non avrebbe più dato frutti, così la razza umana si sarebbe estinta nella carestia. Fu allora che Zeus intervenne: ordinò ad Ade di restituire Persefone alla sua casa. Ade obbedì, ma prima di rimandare colei che era ormai sua moglie sulla terra, compì un prodigio per impedirle di rimanere per sempre nel regno della luce, lontano da sé. Le fece mangiare un seme di melograno quando lei ancora era nel regno dei morti: per il potere di questo frutto, la costrinse a farvi ritorno, ogni anno, per un lungo periodo. Fu così che Demetra decretò che nei sei mesi che Persefone sarebbe stata nel regno dei morti, sul mondo sarebbe calato il freddo e la natura si sarebbe addormentata, dando origine all'autunno e all'inverno, mentre nei restanti sei mesi la terra sarebbe rifiorita, dando origine alla primavera e all'estate. Ecco: le mezze stagioni non sono mai esistite - le stagioni sono due: quella fredda (da Ottobre a Marzo) e quella calda (da Aprile a Settembre). Si parla di primavera e autunno, ma in realtà, con anticipi o ritardi, è solo l'inverno che cede il passo all'estate e viceversa. L’astronomia ha poi portato a dividere l'anno in 4 stagioni, ma si potrebbe dividerlo in 6 o addirittura 12: ogni mese ha infatti le sue caratteristiche. Molti luoghi comuni sono instabili nel tempo e nello spazio, legati a una determinata epoca e alle dinamiche sociali e culturali. Non quello sulle mezze stagioni: già Leopardi nello Zibaldone (1817-32) scriveva: "Egli è pur vero che l'ordine antico delle stagioni par che vada pervertendosi. Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi non vi son più; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno. Io ho udito dire a mio padre, che in sua gioventù, a Roma, la mattina di Pasqua di Resurrezione, ognuno si rivestiva da state. Adesso chi non ha bisogno dì impegnar la camiciola, vi so dire che si guarda molto bene di non alleggerirsi della minima cosa di quelle ch’ei portava nel cuor dell’ inverno".